La chirurgia orale è quella branca dell’odontoiatria che si occupa degli interventi chirurgici nel cavo orale.

In seguito sono riportati alcuni degli interventi frequenti eseguiti da un odontoiatra specializzato in chirurgia orale:

La Biopsia:

La biopsia è un esame medico eseguito a fini diagnostici e consiste nel prelievo e nell’analisi in laboratorio del tessuto prelevato dal corpo del paziente. La biopsia viene eseguita al fine di escludere o di confermare un sospetto di malattia e può fornire informazioni su una patologia (riguardo cioè la gravità, l’estensione e le possibili terapie) e sul suo possibile decorso (la prognosi). Durante questa procedura il chirurgo orale asporta parte della lesione esaminata oppure l’intera lesione. ll campione di tessuto prelevato viene inviato in laboratorio dove viene analizzato al microscopio per determinare il tipo di lesione. La natura della lesione può essere una manifestazione orale di una malattia sistemica, un’ipertrofia da trauma o nel caso di un tumore diagnosticare se è una neoplasia benigna o maligna.

Estrazioni dei denti o delle radici dentali

L’estrazione dei denti e delle radici è uno degli interventi chirurgici più comuni in chirurgia orale. Di grande frequenza è l’estrazione dei denti del giudizio, dei denti inclusi e l’estrazione di denti per motivi ortodontici, protesici, dei denti seriamente compromessi da una patologia dentale e in fine l’estrazione delle radici residue, le quali se non vengono estratte possono generare infezioni ossee e formazione di cisti.

Drenaggio ascesso dentale

Gli ascessi consistono in infezioni di origine endodontica o parodontale che si possono diffondere nei tessuti molli del cavo orale e si manifestano come tumefazioni con dimensioni variabili (da un piccolo gonfiore nell’area intorno al dente fino ad una tumefazione esterna sul viso o sul collo) che può compromettere anche la respirazione normale del paziente. Questo quadro acuto di infiammazione puo essere accompagnato da febbre, dolore continuo,  mobilità dei denti e ingrossamento dei linfonodi cervicali. Il trattamento chirurgico dell’ascesso viene eseguito quando il trattamento endodontico o parodontale del dente non è riuscito ad eliminarlo. Questa procedura chirurgica consiste in un’incisione dell’area più gonfia della lesione e successivamente l’area infetta viene disinfettata e in base al caso clinico si decide se si deve accompagnare da una terapia antibiotica o meno.

Apicectomia

L’apicectomia è definita come la resezione chirurgica dell’apice (3-4mm) di una radice del dente. Generalmente è la pratica odontoiatrica più utilizzata per il trattamento dei granulomi dentali, cisti e ascessi dentali che non possono essere gestiti tramite la terapia endodontica convenzionale e nei casi in cui la terapia endodontica non ha successo per ragioni legate all’anatomia radicolare. La procedura consiste nell’osteotomia dell’osso che ricopre l’apice del dente, nella rimozione dei 3-4mm dell’apice e del tessuto infetto intorno, nella sigillatura retrograda dell’apice con un materiale biocompatile per evitare l’accesso ai batteri.

Rimozione chirurgica delle cisti

Le cisti sono delle cavità patologiche ben circoscritte che sono di origine dentale o meno. La loro crescita è lenta ma se raggiungono grandi dimensioni, possono  causare fratture ossee intorno ad esso. Le cisti di origine dentale (odontogene) possono derivare da un’infezione dell’apice del dente che si sviluppa in maniera incontrollata, da radici residue nell’alveolo dopo un’estrazione non riuscita, dall’eruzione dei denti nei bambini durante la permuta e dai denti inclusi nell’osso. Durante gli esami radiologici di base (es.radiografia panoramica), quando si nota la presenza di una cisti, è consigliabile rimuoverlo il prima possibile per salvare il dente ma anche prevenire l’ulteriore riassorbimento dell’osso circostante.

Chirurgia pre-protesica

Nei casi clinici dove è impossibile trattare il paziente con protesi fisse, allora l’altra  alternativa rimane la protesi mobile. Il chirurgo in questo caso valuta la necessità dell’applicazione della chirurgia pre-protesica in modo che la protesi mobile abbia la massima stabilità nelle creste alveolari. Gli interventi pre-protesici consistono nell’asportazione dei tessuti molli in eccesso, residuati dopo il processo di riassorbimento osseo in seguito alla mancanza dei denti per un lungo periodo di tempo e nella rimozione dei tori ossei, i quali rappresentano neoformazioni ossee nel palato o nella parte interna dell’arcata inferiore, i quali rendono impossibile alla protesi mobile di appoggiarsi in maniera stabile nella cresta alveolare.

Chirurgia pre-implantare

Gli impianti dentali vengono considerati la metodica più efficente per quanto riguarda la sotituzione dei denti mancanti nel cavo orale. Nei casi in cui il paziente abbia perso da tempo il dente, il chirurgo deve valutare se l’osso residuo è sufficiente per sostenere l’impianto. Quando non lo è, il trattamento preliminare consiste nella chirurgia pre-implantare, cioe l’inserimento di innesti ossei in zone edentule al fine di recuperare il volume osseo riassorbito col tempo, ottenendo così uno spessore sufficiente per una buona stabilità degli impianti durante la riabilitazione protesica. Inoltre, nelle aree posteriori dell’arcata superiore, il chirurgo valuta anche il rapporto della cresta ossea edentula con il seno mascellare. Quando il volume osseo non è sufficiente ad inserire un impianto, il chirurgo esegue una procedura pre-implantare denominata “Rialzo del seno mascellare”. Il chirurgo incide la gengiva vicino ai premolari e ai molari. Il tessuto viene rialzato, esponendo l’osso, nel quale viene aperta una piccola finestra ovale. La membrana che ricopre il seno internamente  viene gentilmente spinta verso l’alto e lontano dalla mascella; nello spazio che si crea viene quindi inserito l’innesto osseo, che prende il posto originale del seno mascellare e che permetterà un corretto posizionamento degli impianti dentali.

Le patologie delle ghiandole salivari

Le ghiandole salivari si dividono in 3 grandi ghiandole e nelle ghiandole minori che si trovano in tutto il cavo orale,  come il palato, le labbra, mucosa interna delle guance. La funzione delle ghiandole è quella di produrre saliva e di farla secernere attraverso i dotti sul cavo orale. Il calcio e un elemento normalmente presente nella saliva e questo comporta che una delle patologie più comuni delle ghiandole sia la calcolosi salivare o scialolitiasi, la quale consiste nella presenza di concrezione (calcolo), composta quasi esclusivamente da carbonato di calcio, nelle ghiandole salivari che ne comportano l’ostruzione. Questa ostruzione causa inoltre dolore costante ( soprattutto prima di mangiare) causa anche alitosi e gonfiore della zona circostante. Anche le ghiandole salivari minori, specialmente sulle labbra, possono gonfiarsi  portando a conseguenze estetiche visibili. In alcuni casi, le ghiandole salivari, ad esempio quelle sottolinguali, possono portare alla formazione di pseudocisti.